Sassocorvaro Auditore nasce dall’unione di due splendidi borghi. Dalla combinazione di elementi diversi si è ottenuto un risultato che supera la somma delle parti.
Sembra una formula uscita direttamente da un antico testo alchemico, come quelli consultati all’interno della Rocca di Sassocorvaro, crogiuolo di sapienza, arte e misteri. A Sassocorvaro Auditore dagli opposti si sintetizzano opportunità nuove.
La storia e la tradizione sopravvivono nell’innovazione. La dinamicità entusiasta coesiste con la tendenza alla quiete, risolvendosi in un modo di vivere sano e sereno.
Immerso in un paesaggio tanto ricco e sorprendente che sembra uscito anch’esso da una formula magica, a Sassocorvaro Auditore la natura non va solo ammirata, ma vissuta.
Che sia per una semplice passeggiata o per praticare sport, per farvi ricerca o per produrre eccellenze enogastronomiche, le colline che modellano il Montefeltro e il lago di Mercatale che occhieggia tra di esse sono portatori di impareggiabili ricchezze.
Appena arrivati a Sassocorvaro, la Rocca si staglia imponente di fronte a noi, alta e maestosa. Ma è solo a volo d’uccello che ci mostra la sua natura segreta. Dall’alto, infatti, la Rocca rivela una sagoma che richiama il corpo di una tartaruga.
L’associazione tra il solido guscio dell’animale e la funzione difensiva dell’edificio è immediata. Ma sotto il ruvido carapace si nasconde un essere vivente.
È questa la chiave per comprendere davvero la Rocca.
Progettata da Francesco di Giorgio Martini, le sue forme curvilinee rappresentano un’innovazione senza precedenti, concepite in questo modo per difendere la Rocca dai colpi di bombarda. Eppure, Martini nel suo Trattato non riconobbe mai la Rocca.
Perché? Certo, essendo opera giovanile e rivoluzionaria, la Rocca presentava inevitabili limiti. Ma c’era dell’altro.
Il fatto è che il Martini non la sentiva realmente sua. Fu infatti Ottaviano degli Ubaldini a guidare la costruzione dell’edificio, lasciandovi la sua inconfondibile impronta.
Maestro di esoterismo, astrologia e alchimia, per Ottaviano la Rocca divenne un libro di pietra, dove incise il suo sapere, con un linguaggio comprensibile solo agli iniziati.
Tutta l’architettura riverbera di mistero, il più piccolo dettaglio rimanda ad un significato simbolico. Varcato l’ingresso, si procede in un percorso ascensionale, che dal luminoso cortile interno sale verso il torrione centrale, da cui si sviluppano gli ambienti interni. È un percorso iniziatico.
Aggirarsi per la Rocca significa imparare e risolvere enigmi. Innumerevoli bivi ci si parano davanti, segni esoterici compaiono sugli architravi delle porte
Fregi svolazzanti terminano in forme convesse, accoglienti: la stanza è accessibile anche alle donne. Altri finiscono a punta, penetrando lo spazio: solo gli uomini possono entrare. Grande spazio è dedicato all’arte, con una Pinacoteca di artisti locali e un delizioso teatrino ricavato nell’antico Salone Maggiore.
Preservare l’arte sembra il destino ineludibile della Rocca, che durante la Seconda Guerra Mondiale divenne il rifugio per quadri provenienti da tutta Italia, portati qui da Pasquale Rotondi, storico dell’arte ed eroe, che li salvò dalla furia del conflitto.
Le riproduzioni di queste opere sono conservate nella Rocca, a eterna memoria dell’impresa di Rotondi.
L’Oratorio della Santissima Trinità di Sassocorvaro è un edificio che tende a confondersi tra gli altri che lo fiancheggiano. Percorrendo la stretta via dove si affaccia, si potrebbe non notarlo.
Nemmeno l’interno sembra avere particolarità tali da attirare lo sguardo. Eppure, una sorpresa attende il visitatore che decida di entrarvi.
L’Oratorio è infatti meglio conosciuto come chiesa di San Valentino, perché vi si conserva la reliquia del Santo protettore degli innamorati. Reliquia oggetto di dibattiti: una lunga querelle ha visto Sassocorvaro contendersi l’autenticità delle spoglie del martire con la città di Terni.
Dopo numerose indagini, è ormai indubbia l’autenticità delle reliquie sassocorvaresi, il cui percorso da Roma a Sassocorvaro è ampiamente documentato. Storia, quella di San Valentino, che si mescola alla leggenda.
Si racconta infatti che ai giovani che andavano a fargli visita, il Santo donasse una rosa colta dal suo giardino, che diveniva sugello di amore eterno.
La fama di questo protettore degli innamorati divenne tale che da tutta Italia innumerevoli coppie si recavano a ricevere la sua benedizione, costringendo Valentino a scegliere un unico giorno in cui elargirla.
Il giorno scelto non corrispondeva però all’attuale 14 febbraio, che è invece la data in cui il Santo fu brutalmente ucciso, nel 273.
La presenza di questa preziosissima reliquia conferisce a Sassocorvaro un’atmosfera unica, intrisa di romanticismo e passione.
La chiesa di San Valentino corona un borgo che per sua natura è soffuso di atmosfere romantiche e si offre alle coppie di innamorati come luogo ideale in cui passeggiare mano nella mano.
Stretti l’uno all’altra, mentre si attraversano i piccoli vicoli, avvinti in un abbraccio, lo sguardo si perde nel poetico paesaggio che dà sul lago di Mercatale e su tutto il Montefeltro.
Arrampicandosi per i declivi delle colline di Sassocorvaro Auditore si raggiunge Piagnano, un antico borgo fortificato, patria dei noti Conti Oliva, la cui storia è incisa nella pietra.
Possiamo scoprirla questa storia, percorrendola a ritroso, avventurandoci nel paese.
I tre livelli di cinte murarie sono come cerchi di un albero, che ne rivelano l’età.
Dalla Porta Grande, principale via d’accesso a Piagnano, risaliamo attraverso l’arco a sesto acuto della porta ad est, di un periodo anteriore. Arriviamo infine nel nucleo storico del borgo.
Qui la chiesa di San Salvatore sorge sulla piazzetta principale, fiancheggiata dall’alto campanile.
Nel punto più alto del borgo, lacerti di pietra e resti di mura fanno appena indovinare quella che fu l’imponente Rocca duecentesca attorno alla quale si sviluppò Piagnano.
Oggi questo piccolo borgo incastonato tra le sinuose colline del Montefeltro è un invito al riposo e alla tranquillità.
Condivide lo stesso paesaggio il vicino Villaggio Ranco, che di questa natura si è fatto custode.
Villaggio Ranco è un’Associazione Naturalistica che si occupa di preservare l’ambiente, studiarlo e farlo conoscere.
È un luogo che sembra lontano dal presente, sfuggito alla sua frenesia. Tutto procede più lentamente, sincronizzato con la natura.
Viaggi organizzati, progetti di Educazione Ambientale, corsi di Respirazione Energetica, servizio di B&B, sono solo alcune delle attività incentrate sulla natura e sull’ecologia che Andrea e Catia, i creatori di questo luogo, propongono.
Chiunque arrivi a Villaggio Ranco si trova immerso in un paesaggio bellissimo, ricco di biodiversità.
Sentieri da percorre a piedi, in bici o a cavallo si snodano in una natura incontaminata, dove domina il salubre clima mediterraneo che promana dalla grande lecceta.
Lo sciabordio di una piccola cascata accarezza l’udito. Il falco pellegrino disegna volute nell’aria. In primavera il profumo delle ginestre pizzica le narici.
All’alba sfumature rosate tingono le pareti frastagliate dei calanchi.
Sensazioni che credevamo dimenticate rallentano il respiro e ci trasmettono pace e armonia.
Nella terra dove riposano le spoglie di San Valentino, è destino che l’amore diventi cifra di ogni attività.
L’amore guida il lavoro dell’Oleificio Agape da quando Agape Venturi acquistò con suo marito il frantoio locale. Un nome che racchiude un destino: Agape deriva dal greco e significa amore disinteressato.
Agape è più di un frantoio di altissima qualità, come testimoniano i numerosi premi vinti, è un luogo di aggregazione, dove si parla allegramente mentre si aspetta di degustare il nettare appena sgorgato dal bocchettone, dal colore verde acceso e dal tipico aroma d’erba appena tagliata.
Riecheggia d’amore anche la storia che ha portato alla creazione del “pecorino degli amanti”.
Prodotto da Cau & Spada, azienda agricola specializzata nella produzione di formaggi, questo particolare pecorino viene preparato in un’antichissima fossa rinvenuta in un edificio adiacente alla chiesa di San Valentino.
Cau & Spada è un’azienda a conduzione familiare che cura i suoi prodotti controllando tutta la filiera. Nessuna forma di formaggio è uguale all’altra, perché tutto dipende da quello che il gregge bruca.
Il verde smeraldino dei pascoli è la ricchezza di questo luogo: se si vuole sapere che sapore ha un formaggio, bisogna chiedere ai fiori.
Tra le tante eccellenze che escono dal caseificio, merita una menzione particolare “il Magnifico”, formaggio stagionato che non è “prodotto”, è letteralmente fatto nascere con una pressatura fatta a mano, durante la quale la cagliata è coccolata fino a raggiungere la giusta consistenza.
La stessa passione anima il lavoro dell’Azienda agricola Colleverde, dove si produce la birra artigianale “la Cotta”. La Cotta è il primo birrificio in Italia a produrre con materie prime di proprietà una birra 100% bio.
Un traguardo reso possibile da un lavoro che coniuga l’artigianalità all’utilizzo di attrezzature moderne, con l’impiego di materie prime locali, dal malto d’orzo all’acqua sorgiva del Monte Carpegna.
Il sapiente processo che dalla prima fase di cottura (da cui prende il nome la birra) porta al prodotto finito, imbottigliato o incanalato direttamente nell’adiacente ristorante, ci permette di sorseggiare una delle tante tipologie di Cotta mentre contempliamo il panorama mozzafiato.
Questo paesaggio, grazie alla purezza dell’aria, dell’acqua e della terra, è particolarmente vocato alla produzione del miele.
Tante le aziende specializzate tra queste: l’Apicoltura Piemme che si contraddistingue per la varietà di miele e riconoscimenti ricevuti a livello nazionale, l’Apicoltura Barone, l’Apicoltura Daniela di Pagliardini Daniela ed il miele biologico dell’Azienda Andrea Lilli.
Appoggiati alla balaustra che orla la piazza di Sassocorvaro, possiamo rimanere ore ad ammirare il panorama di fronte a noi.
Uno specchio d’acqua limpida cattura il nostro sguardo, riflettendo la natura che lo circonda.
È il lago di Mercatale, un bacino artificiale ricavato da una diga che si chiude sul fiume Foglia, che prende il nome dalla frazione ai piedi di Sassocorvaro.
Il paese di Mercatale sembra quasi volersi tuffare nelle placide acque lacustri, proteso su una lingua di terra. Ma l’acqua del lago non è sempre ferma e immobile.
Capita spesso di vederla increspata dalla prua di lunghe imbarcazioni. Sassocorvaro Auditore vanta infatti una lunga tradizione di canottaggio portata avanti dal 1976 dalla Società “Canottieri Montefeltro”.
L’attività sportiva coordinata dalla società si svolge in modo regolare tutto l’anno, alternando allenamenti sul lago ad esercitazioni indoor, per prepararsi alle gare nazionali che vengono ospitate a Mercatale.
Lo sport è visto come una priorità nella crescita dei ragazzi, che possono divertirsi e mantenersi in forma all’aria aperta, in una cornice paesaggista stupenda.
Fare attività fisica e scoprire la natura che ci circonda: questa è la filosofia che sta dietro l’Orienteering, uno sport che si basa su circuiti che i partecipanti devono percorrere a piedi, in bici e in canoa, orientandosi attraverso delle mappe.
Una disciplina che dall’estate 2021 si svolgerà anche nell’area del lago di Mercatale.
Divertimento, sudore e contatto con la natura, una formula infallibile per godersi questo bellissimo luogo.
Nel lago di Mercatale c’è anche un’attenzione particolare affinché le sue numerose attrattive siano fruibili da tutti.
Parte di questa zona sta infatti venendo attrezzata con balaustre e altri supporti, in modo che i non vedenti e le persone diversamente abili non debbano rinunciare al piacere che il lago sa regalare, all’insegna dell’inclusività.
Sembra quasi una contraddizione in termini il nome di Auditore.
Il toponimo viene dal latino Auditorium, e si riferisce al fatto che i Montefeltro e i Malatesta, signori di questa terra, usavano il paese come luogo in cui discutere le controversie pubbliche.
Di quelle urla di protesta e aspri dibattiti non è rimasto nulla. I rumori sono volati via nell’aria limpida, lasciando il posto a una quiete che ristora.
È riposante camminare per questo piccolo borgo incastonato in uno sperone che domina la valle del Foglia, cinto da mura e torrioni che ne denotano il chiaro impianto medievale.
Caratteristica è la Torre Civica del XV secolo, alla cui base circolare segue la cella esagonale.
Appena fuori dalle mura, la chiesa parrocchiale ospita La Pentecoste di Mariano Medici, pregevole opera del 1772.
Ma il vero capolavoro è il panorama che si gode da Auditore: non c’è tono di verde che sia sfuggito alla tavolozza della natura del Montefeltro, né esistono pigmenti in grado di restituire la brillantezza di questo cielo.
È atroce pensare che un panorama tanto idilliaco sia stato deturpato, e con esso la vita di chi lo abitava, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Per fare in modo che la memoria di quei terribili eventi non vada perduta, è nato il Museo Storico della Linea Gotica, in località Casinina. Il museo ha una spiccata vocazione didattica, conscio dell’importanza di rammentare la storia per non ripeterne gli sbagli.
Del conflitto combattuto lungo la Linea Gotica, che passava proprio su queste colline, il museo conserva incredibili testimonianze.
Numerosi mezzi militari originali sono esposti all’esterno, tra cui un Half-track americano, un carro armato inglese e un imponente cannone.
Nel Parco tematico del museo, immerso nella natura falcidiata dalle mine durante la guerra, un monumento inaugurato nel 2004, costruito assemblando 52 ruote di carri armati, invita a riflettere sugli orrori del conflitto.
All’interno del museo trova spazio un archivio unico in Italia, ricchissimo di documentazione fotografica, giornali d’epoca, armi, divise e ogni sorta di materiale bellico.
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