Colli al Metauro

Pesaro - Urbino

6 motivi per visitare Colli al Metauro

Tra la costa dell’Adriatico e le vette della Gola del Furlo si trova un microcosmo fatto di rocche e borghi murati, di palazzi e ville nobiliari, di monasteri e chiesette, di poggi argillosi, boschi selvaggi e campagne riccamente coltivate, che regalano eccellenze enogastronomiche.

 

È il territorio di Colli al Metauro, comune nato nel 2017 dall’unione di Saltara, Serrungarina e Montemaggiore al Metauro, attraversato dalle acque del grande protagonista di questo territorio: il fiume Metauro, il più lungo delle Marche, figlio glorioso degli Appennini, come lo definì Torquato Tasso.

 

Un corso d’acqua cristallina che si intreccia nei nodi dei paesini che sorgono in cima alle ridenti colline la cui curva morbida domina la valle.

 

Da sempre punto strategico di transito, che alla linea del fiume accosta quella dell’antica Via Flaminia, strada di epoca romana voluta nel 220 a.C. da Gaio Flaminio Nepote e per secoli unica arteria di collegamento tra Roma e il nord Italia.

Colli al Metauro

La presenza di questi fondamentali fili conduttori ha donato a Colli al Metauro una storia ricca di eventi importanti, che si sono intrecciati, senza mai spezzarle, alle abitudini rurali e umili dei suoi abitanti, che ancora oggi proteggono e amano la loro terra, lavorandone le campagne e rispettandone i monumenti storici, con la tranquillità allegra ma decisa di chi ha radici che lo saldano sicuro al terreno.

Le scale per il paradiso

La bellezza degli antichi borghi fortificati

Saltara Colli al Metauro

Ogni paese a Colli al Metauro conserva la sua identità e le sue caratteristiche, ma il loro insieme forma un grappolo omogeneo di borghi storici, costruiti secondo il diktat architettonico che vedeva vicini il potere politico, religioso ed economico.

 

 

Rampe di ripide scale sono la porta d’accesso al centro di ogni paese, preludio e ribalta di quello che ci attende. 

 

Famose quelle di Saltara, lunghe e incrociate, che da piazza Garibaldi scalano le mura oblique per introdurre nel canale del mercato coperto, un unicum nazionale illuminato dalla luce che entra dagli ampi finestroni.

 

 

D’estate queste scale sono anche palco privilegiato per godersi le musiche dei gruppi che si esibiscono per Saltarua, manifestazione che richiama artisti di grande fama. Dal mercato ci si affaccia su un giardino pensile, balcone verde difeso dal drago rosso simbolo della cittadina.

Scalinata Saltara

Si prosegue per i vicoli che circondano la piazza, che il Venerdì Santo sono percorsi dalla tradizionale Processione del Cristo Morto, con un corteo di cittadini che vestono i panni degli antichi soldati romani, degli apostoli e degli artigiani in una suggestiva rievocazione che unisce religione e folklore.

 

 

Si raggiunge infine la “prua” del paese a pianta a vascello, da cui si scorge Montemaggiore, che deve il suo toponimo a Mons Major in virtù dell’altura su cui sorge.

 

Anche qui si arriva percorrendo un ampio scalone, necessario per arrivare alla piazza del paese.

Torre civica Montemaggiore al metauro

Da questa piazza, dominata dalla torre campanile, si gode un’ampia e magnifica visuale su tutta la valle del Metauro fino alla fascia costiera. Puntando lo sguardo ad est, alla riva opposta del fiume, si può invece vedere Serrungarina, un borgo che si innalza con file concentriche di case fino alla piazza principale, sede dell’antico municipio, a cui si accede salendo per la scalinata che taglia a metà il paese diramandosi in strette viuzze che offrono scorci di vita quotidiana.

 

Qui nacque tra gli altri Renata Cortiglioni, storica direttrice che ideò e diresse il coro delle voci bianche alla Rai.

Serrunganina Colli al Metauro

Le cento e più chiese

Le meraviglie delle strutture religiose

Chiesa del Gonfalone

Gli antichi borghi, cuore storico di Colli al Metauro, sono caratterizzati da una fiorente tradizione religiosa, che è germinata nei secoli in un grande numero di chiese, ricche di storia e di opere d’arte inaspettate.

 

Basti pensare che la sola Saltara si vantava del nome di “città delle cento chiese”, ma anche gli altri paesi non erano da meno.

Proprio a Saltara sorge una delle strutture più affascinanti: la chiesa del Gonfalone, fiore all’occhiello della città, riaperta nel 2014 dopo un attento lavoro di restauro che ha riportato alla luce l’affresco del Giudizio Universale, posto sopra l’ingresso, che raffigura con forte gusto evocativo la pesa delle anime che alla fine dei tempi decreterà la salvezza o la dannazione.

 

Presenti anche una bellissima tela della scuola del Perugino, la Deposizione della Croce, e un soffitto a cassettoni con stuccature in gesso dipinte a mano.

 

Presso la chiesa del Gonfalone è stato allestito il MOS sala dei mosaici di Saltara che ospita tre pannelli musivi di epoca romana appartenenti ad una domus scoperta nel territorio ubicato nelle campagne di Colli al Metauro.

 

Tra le altre chiese a Saltara colpiscono lo sguardo l’imponente facciata arancione di Celestino, che si impone alla vista appena si giunge al paese, e l’affresco del Bellinzoni nella chiesa della Fonte, osservando il quale sembra d’immergersi in una corte rinascimentale.

sala dei mosaici di Saltara

Nella vicina Serrungarina si segnala invece la chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate, che ospita al suo interno le pregevoli opere di due artisti della zona: una tela del fanese Presutti e una del forsempronese Guerrieri, rappresentanti rispettivamente “L’immacolata Concezione” e la “Visitazione”. Ma le chiese fioriscono anche fuori dalle mura, come la cinquecentesca chiesa di Sant’ Apollonia al centro della meravigliosa frazioncina di Bargni.

Chiesa Parrocchiale di S. Antonio Abate

Arrivando in cima a Montemaggiore al Metauro invece, nella piazza principale l’imponente chiesa di Santa Maria del Soccorso, di origini quattrocentesche, ospita un’interessante “Ultima Cena” in stile barocco.

Chiesa Parrocchiale di S. Antonio Abate immacolata concezione

I sentieri del silenzio

La pace e la quiete di Colli al Metauro

I sentieri del silenzio Bargni

Mentre si vaga per le strade di Colli al Metauro, perdendosi nelle strette vie che si intersecano fitte in un dedalo antico, o si passeggia lungo i sentieri ghiaiosi delle colline, abbagliati dai paesaggi che ci si parano davanti, forse non ce ne rendiamo conto.

 

Occorre fermarsi un attimo e chiudere gli occhi; a quel punto lo scopriremo: il silenzio.

 

Disabituati ad esso, a Colli al Metauro l’aria è cristallizzata in quest’assenza di vibrazione, che fa trarre respiri profondi ed espirare preoccupazioni.

 

Sono i borghi del silenzio che permettono questo incanto, una magica campana di vetro che esclude ogni frenesia.

 

I rumori che interrompono quest’atonia sembrano anch’essi venire da una realtà altra, che partecipa della stessa magia.

 

I rintocchi delle campane fanno volare via gli uccellini che cinguettano festosi, ogni tanto un gatto miagola placido in cerca di una carezza, oppure un cittadino saluta cortese, sorridendo a uno sguardo meravigliato.

Può capitare a volte di passare un’ora o due in un’imperturbabile quiete, a fissare appoggiati al parapetto delle mura le colline circostanti, fino a raggiungere con lo sguardo il mare, di cui si può immaginare vividamente il suono della risacca.

 

I metaurensi sembrano avere questo dono innato di condurre la loro vita nella compostezza e nel rispetto di ciò che li circonda, consci della fortuna di abitare in luoghi baciati dalla natura e dalla storia.

 

Un visitatore non può far altro che adattarsi con gioia, mentre sale le scale che conducono al cuore di Saltara, Serrungarina e Montemaggiore al Metauro, sentendo il rumore del proprio respiro, o attraversando le frazioni di Bargni e Pozzuolo, piccole perle in cima alle colline che hanno trattenuto il respiro del tempo, dove i bambini d’estate fanno il bagno nei catini di legno all’aperto, e se si alza lo sguardo si può vedere tra i rami di un ciliegio una ragazza che sfoglia le pagine di un romanzo.

 

Gli occhi si riempiono e le orecchie si rilassano.

Il fiume teatro di grandi battaglie

La storia del Metauro e il museo dedicato a Winston Churchill

Nelle terre di Acqualagna, dove il profumo del tartufo si intreccia con l’eco delle preghiere, si ergono l’Abbazia di San Vincenzo al Furlo e il Santuario del Pelingo, faro di spiritualità che illumina la valle del Candigliano.

 

L’abbazia, testimone silenziosa di secoli di devozione, si erge solenne, custode di storie di santi e pellegrini. Fondata in tempi antichi, l’abbazia sorge come un ponte tra il divino e il terreno, eretta sui resti di un tempio pagano.

Fiume Metauro

Le acque del Metauro sono state guadate da soldati, le sue rive hanno ospitato accampamenti militari le cui tracce sono visibili ancora oggi nei resti di stazioni di cambio cavalli o di ristoro che puntellano i Colli.

 

 

Il fiume, da sempre considerato in posizione strategica, fu protagonista di una delle battaglie più sanguinose che la storia antica ricordi, tra l’esercito romano e le truppe di Asdrubale, fratello del leggendario Annibale, che qui perse la vita schiacciato dalle testuggini dei legionari. 

Museo Storico del Fiume Metauro Winston Churchill

In epoca più recente la valle del Metauro ospitò nel 1944 la visita del primo ministro Winston Churchill, che con il generale Alexander si affacciò dalla piazza di Montemaggiore al Metauro, per avere una visione della vallata sottostante.

 

 

Da qui la notte del 25 agosto poté iniziare lo sfondamento della Linea Gotica, ultimo argine della resistenza nazista, che fu definitivamente sbaragliata il 5 gennaio del 1945.

 

La memoria di quei giorni, oltre che nella rievocazione storica “Era ieri” che si tiene in agosto, è stata recuperata con passione e pazienza all’interno del Museo Storico del Fiume Metauro Winston Churchill, che conserva all’interno di una chiesa sconsacrata proiettili e abiti militari dell’epoca, bandiere originali e fotografie storiche che ritraggono il diffidente Churchill a confabulare di tattiche militari con Alexander, e pagine di giornale di quei giorni che raccontano le vicende occorse.

 

 

Questo grande evento decisivo per le sorti della patria inorgoglisce ancora oggi gli abitanti dei Colli, tra cui forse si aggira ancora qualche pronipote del compagno Nello, un eroico partigiano che intercettò un soldato tedesco pronto ad un agguato contro Churchill, cambiando, forse senza rendersene conto, le sorti di tutta la storia futura.

 

 

L’ospitalità con cui i metaurensi accolsero Churchill si può assaporare nella tipica ricetta delle tagliatelle a lui dedicata, cotte con un semplice sugo di carne che ricalca quello che la signora Marietta offrì ai soldati alleati piombati nella sua cucina, vincendo la sorpresa e il timore cui antepose le regole della buona padrona di casa.

Museo Storico del Fiume Metauro Winston Churchill

Museo della scienza del Balì

Vietato non toccare!

Museo della scienza del Bali

Poco a nord di Saltara sorge la villa del Balì, una bella struttura settecentesca a cui si accede dopo un lungo viale ombreggiato di cipressi, sotto la cui ombra si dice i filosofi antichi dibattessero dei massimi sistemi. 

 

 

Costruita intorno ad una cappella dedicata a San Martino risalente all’anno Mille, teatro di racconti di spettri, all’interno della villa la superstizione lascia il posto al rigore scientifico, svelando il museo del Balì, un moderno Science Center interattivo, grande eccellenza italiana. Si tratta di un museo la cui filosofia è “vietato NON toccare”, essendo l’interattività il suo punto di forza: la visita alle nove sale consiste nella sperimentazione in prima persona di più di 40 postazioni che mostrano fenomeni ed esperimenti scientifici di varia natura. 

 

 

Un modo originale e divertente per fruire della scienza, adattissimo ad una divulgazione leggera a misura di bambino ma molto interessante anche per gli adulti, che si I SAPORI TIPICI DEI COLLI Tra pere celestiali e liquori antichi Quando ci si vuole ristorare dalle lunghe passeggiate, a Colli al Metauro è possibile sedersi nei tanti ristorantini tipici e assaporare con calma un assortimento di prodotti della terra caratteristico, frutto di coltivazioni attentamente controllate, che affondano le radici nei valori del rispetto del consumatore e della qualità del prodotto. 

 

Non è facile elencare tutte le eccellenze che il territorio offre, come l’olio pregiato e il fresco Bianchello del Metauro, che nascono dagli splendidi ulivi e viti che dominano il paesaggio che a novembre si arricchisce anche della variopinta distesa dei crisantemi in fiore, una coltivazione caratteristica del territorio. 

Planetario museo delle scienze colli al metauro

Ci sono anche i formaggi dal gusto deciso, la pasta tradizionale come i cappelletti e i passatelli, e i caldi prodotti da forno quali maritozzi e pan nociato. Ma certo una menzione particolare merita la Pera Angelica di Serrungarina, riconosciuta come prodotto tradizionale delle Marche.

 

Si tratta di un frutto che merita a pieno il suo nome. Fioritura dei crisantemi, Montemaggiore al Metauro riscoprono incuriositi dai grandi fenomeni della fisica e contendono le tante installazioni ai più piccoli.

 

Il museo è arricchito da un planetario di 8 metri di diametro: sulla sua superficie si può ammirare lo spettacolo del firmamento, viaggiare come in una navicella tra galassie lontane e atterrare in pianeti a distanze siderali dalla nostra terra, tutto senza abbandonare la propria comoda postazione.

Ma il museo del Balì non si limita a riprodurre virtualmente le stelle. Nel parco della villa i visitatori possono andare a caccia della luna e del sole dalla postazione del poderoso osservatorio astronomico.

Il telescopio principale, un Ritchey-Chrétien da 40 cm di diametro, accorcia le distanze tra noi e l’universo, facendoci vedere i corpi celesti come se fossero davvero a portata di mano.

Museo della scienza del Bali

I sapori tipici dei colli

Tra pere celestiali e liquori antichi

Pera Angelica

Quando ci si vuole ristorare dalle lunghe passeggiate, a Colli al Metauro è possibile sedersi nei tanti ristorantini tipici e assaporare con calma un assortimento di prodotti della terra caratteristico, frutto di coltivazioni attentamente controllate, che affondano le radici nei valori del rispetto del consumatore e della qualità del prodotto.

 

Non è facile elencare tutte le eccellenze che il territorio offre, come l’olio pregiato e il fresco Bianchello del Metauro, che nascono dagli splendidi ulivi e viti che dominano il paesaggio che a novembre si arricchisce anche della variopinta distesa dei crisantemi in fiore, una coltivazione caratteristica del territorio.

 

Ci sono anche i formaggi dal gusto deciso, la pasta tradizionale come i cappelletti e i passatelli, e i caldi prodotti da forno quali maritozzi e pan nociato. Ma certo una menzione particolare merita la Pera Angelica di Serrungarina, riconosciuta come prodotto tradizionale delle Marche. Si tratta di un frutto che merita a pieno il suo nome.

Non sembra infatti appartenere a questo mondo il succo dolce e gustoso che scorre dalla polpa bianca e gentile, nascosta sotto la buccia che ricorda i colori del cielo al tramonto, con l’oro che sfuma nel rosso più acceso.

 

Assidua è la cura con cui gli agricoltori metaurensi hanno sempre conservato la coltivazione di questi frutteti unici, preservandoli con la fatica e l’amore propri solo di chi si dedica da sempre alla terra. Durante l’omonima festa a Serrungarina a inizio settembre, è possibile gustare l’Angelica nelle sue diverse preparazioni e utilizzi, dalla grappa, ai ravioli, alle marmellate e dolci.

 

Paradisiaco è anche il Liquor d’Ulivi dell’azienda agricola biologica di Berloni Giuliano, da sempre contraddistinta dall’elevata qualità dei suoi prodotti, rimarcata dalla precisa scelta verso l’agricoltura biologica. È Dante a citare questo liquore durante il viaggio in Paradiso nella sua Commedia, per bocca di san Pier Damiani, che visse non distante dall’azienda Berloni. Si tratta di un liquore ricavato dall’infusione di foglie e corteccia d’ulivo in alcol, con l’aggiunta di zucchero e di soli aromi naturali, attraverso un processo di lavorazione tradizionale che dura alcuni mesi e che offre come risultato un liquore dal dolce sapore balsamico che si può gustare al naturale, freddo o riscaldato.

liquore d ulivo

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