Cagli

Pesaro - Urbino

6 motivi per visitare Cagli

Più di mille parole a volte è sufficiente affidarsi all’araldica per scoprire l’identità di un luogo.

 

Come non legare l’essenza più intima di Cagli con la natura che la racchiude, protegge e alimenta?

 

Non per nulla i suoi cittadini vedono stilizzati nello stemma cittadino (che in realtà nasce come omaggio ai Medici e ai Della Rovere) i fiumi Bosso e Burano con i monti Catria, Petrano e Nerone, i guardiani elementali che contribuiscono a rendere Cagli così bella e suggestiva.

 

Nel cuore di questa natura si trova il centro storico, una città murata solo apparentemente austera, ma in realtà ricca di vita e dinamica. Nell’andamento ortogonale delle sue vie di eredità romana, inserite in un avanzato tessuto urbano che fu forse spunto per il disegno della Città ideale, sorgono chiese imponenti e attività artigianali che continuano mestieri secolari.

 

A Cagli la tradizione si mescola al nuovo, in un flusso leggero come quello dei suoi fiumi. 

Cagli - Itinerario della Bellezza

Cagli è forte e coriacea come i suoi monti, e d’altronde non potrebbe essere altrimenti per una città che fu data alle fiamme durante le guerre tra guelfi e ghibellini, ma che come l’araba fenice seppe risorgere più viva e splendida.

L'arco di Fondarca

L'ingresso alle meraviglie naturali

Cagli è circondata da una natura rigogliosa e imponente che si lascia scoprire benigna.

 

Partendo dal piccolo borgo di Pieia, dove gli abitanti si siedono ancora davanti alla graziosa chiesetta conversando gioviali in un’immagine da cartolina, si può raggiungere un luogo intriso di fascino.

 

Attraverso un sentiero immerso nel verde che erompe dalle antiche rocce, si sale per un ripido ghiaione che costeggia la Grotta delle Nottole, nella cui ombra si nascondono, refrattari al sole, gli omonimi pipistrelli.

Scavi condotti dall’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo hanno riportato alla luce al suo interno dei manufatti risalenti all’età del bronzo e conservati ora al Museo Archeologico di Cagli.

 

Da qui si scorge già, in tutta la sua maestosa imponenza, l’arco di Fondarca.

 

Si tratta di uno spettacolare arco roccioso, che funge da ingresso a un grande anfiteatro naturale, con pareti alte fino ad 80 metri.

Questo luogo suggestivo è ciò che rimane di un’antica, grande grotta a cui crollò il soffitto, lasciando così al suo posto la conformazione che oggi tanto ci stupisce.

 

Sulle pareti interne sono state attrezzate diverse vie di arrampicata, facendo della zona una vera e propria palestra speleologica, tra le più belle della regione.

 

Attraversando l’anfiteatro e uscendo dalla parte opposta, il sentiero si biforca: prendendo a destra è possibile salire sopra l’arco stesso, per provare l’emozione di passare da una parete all’altra attraverso un camminamento stretto ma alla portata di tutti.

 

Se invece si continua dritti si arriva al di sotto di una falda sospesa che getta acqua tutto l’anno formando una cascatella di goccioline che stillano leggere, unendosi nella caduta al piccolo torrente Giordano che diventa poi un’affluente del Bosso.

 

In questo versante del Monte Nerone è quindi possibile godersi questa e tante altre passeggiate a contatto con la natura, percorrendo sentieri che si snodano nelle meraviglie di Cagli.

Le architetture religiose

Un arcipelago di magnifiche chiese

C’è un vecchio detto che si recita da tempo immemore per le vie di Cagli, che dice che nel paese “ci sono tante chiese quante osterie”.

 

Stupisce effettivamente l’imponente presenza di architetture religiose nel piccolo centro storico, sia per numero che per bellezza.

 

Ad ogni angolo della strada si può aprire uno scorcio sulle grandi facciate dei luoghi di culto, come la chiesa di San Francesco, Campanile chiesa di San Francesco la più antica in tutte le Marche dedicata al Santo di Assisi, o la Basilica di Santa Maria Assunta, principale luogo di culto di Cagli.

 

Un’attenzione particolare merita la chiesa di San Domenico dove si trova uno dei fiori all’occhiello della città, un’opera d’arte di grandissimo valore. Si tratta della celebre Cappella Tiranni, eseguita nei primi anni ’90 del XV secolo da Giovanni Santi, il padre dell’immortale Raffaello, considerata il suo capolavoro e dal figlio presa come spunto per alcune opere giovanili.

Chiesa di San Domenico - Cagli
Chiesa di San Francesco - Cagli

Commissionata all’artista da Pietro Tiranni, che provò a superare la disperazione per la morte dell’amata moglie sublimandola con l’arte, la Cappella nei due tondi dei pennacchi dell’arco ritrae l’Annunciazione mentre nella parete di fondo si trovano, in alto, la Resurrezione di Cristo, e più in basso la Sacra Conversazione.

 

Nella sapiente geometria di quest’ultima, dipinta con dettagli magnifici, è possibile riconoscere nell’angioletto alla destra di Maria il ritratto del piccolo Raffaello, così come nel viso di San Giovanni Battista si scorgono i lineamenti dell’autore.

 

La Cappella è in buona compagnia all’interno della chiesa con altre opere di assoluto valore, firmate sia dallo stesso Santi che da altri celebri artisti, tra cui il cagliese Gaetano Lapis con la sua Presentazione al Tempio.

 

Le Chiese degne di nota non si esauriscono però nel centro storico. Fuori Cagli è stato recentemente restaurato il Santuario di Santa Maria delle Stelle, eretto nel luogo in cui la tradizione vuole apparsa la Madonna. I lavori di recupero hanno portato alla luce splendidi affreschi cinquecenteschi che meritano sicuramente la visita.

I grandi guardiani di Cagli

Il Palazzo Pubblico e il Torrione Martiniano

Sarà per il destino che l’ha voluta bruciata e rinata, ma a Cagli più che altrove il senso di costruzione e ricostruzione sembra essersi concretizzato in alcune delle sue architetture principali.

 

Questa stratificazione caratterizza per esempio il Palazzo Pubblico, che nasce dall’accorpamento di due distinti complessi, il Palazzo Grande, sede della magistratura cittadina che domina Piazza Matteotti, con il Palazzo del Podestà.

 

Attualmente sede degli uffici comunali, nel Palazzo Pubblico, quasi chimerico, si possono anche visitare le antiche carceri che conservano ancora negli spazi angusti il senso di clausura coatta di chi li ha ospitate, ma è altresì la sede del Museo Archeologico e della Via Flaminia, con i suoi numerosi reperti provenienti da zone limitrofe, soprattutto Fondarca.

Palazzo Pubblico - Cagli
Sala degli stemmi Palazzo Pubblico - Cagli

Gli spazi del palazzo ospitano anche il Salone degli stemmi, decorato nel 1889 per commemorare i 600 anni della riedificazione di Cagli con i blasoni di tutte le città che contribuirono alla ricostruzione.

interno Palazzo Pubblico - Cagli

Per completare questa alchimia di elementi così eterogenei per natura ed età, il cortile ospita l’Ordine cosmico, scultura del celebre artista contemporaneo Eliseo Mattiacci.

 

La presenza del nuovo in un contesto altamente storico accomuna il Palazzo Pubblico al Torrione Martiniano, l’autentico simbolo della città.

Torrione Martiniano - Cagli

Così chiamato perché opera del geniale architetto Francesco di Giorgio Martini, particolarmente orgoglioso di questa sua creazione, la torre adibita a scopi militari ospita oggi il Centro di Scultura Contemporanea con opere di artisti di fama internazionale, tra cui lo stesso Mattiacci, ma anche Kounellis, Nagasawa e Icaro.

 

Il Torrione è inoltre il punto di partenza del suggestivo “soccorso coverto”, una struttura unica in Italia.

 

Si tratta di un camminamento sotterraneo di fuga che, attraverso 367 ripidi gradini, si insinua nelle viscere delle colline per condurre alla sovrastante Rocca, andata perduta e dove oggi sorge il Convento dei Cappuccini.

Torrione Martiniano - Cagli

Salire fino in cima al Torrione offre infine l’occasione di ammirare un incredibile panorama che abbraccia la natura che circonda Cagli, dominata dai suoi monti.

Torrione Martiniano - Cagli

Teatro comunale di Cagli

Il gioiello culturale della città

Teatro comunale - Cagli

L’attività culturale a Cagli vive intensa grazie al suo storico teatro, strutturagioiello inaugurata nel 1878. Il teatro lascia indovinare la propria ricchezza appena varcata la soglia: il foyer infatti è occupato da quattro imponenti colonne che sbocciano in un’elegante volta a crociera con decorazioni dai colori cangianti.

La bellezza di questo spazio serve per prepararsi all’ingresso nella sala principale.

 

Qui, i posti a sedere sono sistemati, oltre che nella platea, in tre ordini di palchi e un loggione, ognuno dei quali abbellito da raffinate decorazioni, diverse per ogni livello, tutte opera di Alessandro Venanzi cui si deve l’intero adornamento teatrale.

 

La bocca d’opera è decorata con statue della Commedia e della Tragedia sotto le quali corrispondono i busti di Goldoni e Alfieri, che patrocinano alla buona riuscita delle rappresentazioni.

Teatro comunale - Cagli

Lo spettacolo continua se si alza lo sguardo per poter ammirare la volta in tonalità azzurre, così sapientemente stese da creare un trompe la sensazione di concavità del soffitto, dove le raffigurazioni allegoriche delle sette arti liberali circondano il lampadario che nasconde un particolare trucco di scena. Esso infatti può essere sollevato e riabbassato attraverso un meccanismo per regolare effetti e giochi di luce nella sala.

 

La sapienza tecnica che diventa quasi trucco magico si ritrova specularmente nel pavimento, provvisto anch’esso di un meccanismo che permetteva il sollevamento fino all’altezza del palco.

Teatro comunale - Cagli

Se il percorso dello sguardo prosegue fino al meraviglioso sipario, vero emblema del teatro, si resterà a bocca aperta ammirando la scena, raffigurata sempre dal Venanzi, che ritrae una folla di armati, paggi e alti dignitari attorno al padiglione di Federico Barbarossa che nel 1162 pose sotto assedio Cagli. Tanto splendore è reso pulsante e vivo da un’attività teatrale tra le più ricche della regione, funzionante tutto l’anno e punto di riferimento per la cultura cittadina.

L'artigianato Cagliese

Ceramica artistica tra novità e tradizione

Camminando per Cagli l’attenzione può facilmente essere catturata da botteghe di artigiani che espongono i loro manufatti in vetrina, portatori di tradizione e identità.

 

La Maiolica di Linda Zepponi ne è un perfetto esempio.

 

Nelle sue creazioni convivono sia il retaggio dei decori cinquecenteschi tipici del Montefeltro che istanze più moderne e originali. Lo si vede immediatamente dagli smalti di fondo delle sue maioliche, non solo classicamente bianchi, ma anche blu Berrettino, sulla scorta della scuola di Faenza, finanche un elegantissimo nero, molto di moda in questi anni.

 

Lo stile dei decori di Linda è stupefacente, caratterizzato da un tratto fine e preciso, la sua precipua cifra stilistica, a cui si uniscono tante tecniche diverse, dal bianchetto tipico della zona, che crea un “effetto Tartufi, funghi e vini Maiolica merletto” nei decori, all’uso sapiente della mezzatinta, fino ad arrivare ad opere miste, che alla maiolica mescolano bitume, cera e lustro con oro, in omaggio all’amatissimo Klimt.

La stanza che ospita l’esposizione si apre nel cuore pulsante dell’attività, il laboratorio, visibile al pubblico che può così capire e apprezzare il lavoro lungo e certosino da cui nascono le ceramiche.

 

Linda impugna sicura pennelli dalle setole sottili come una lama di bisturi, che immerge in acqua e con cui attinge poi alle terre naturali che sono alla base dei colori che usa.

 

È questo uno dei passaggi più sorprendenti del suo lavoro: la tintura allo stato terroso non corrisponde a quella che si avrà dopo la cottura nel grande forno, né la stessa tintura darà sempre il medesimo risultato, capricciosa e sensibile al minimo variare dell’acqua.

 

Ma Linda procede sicura, traccia con chirurgica precisione i suoi ricami cromati, con un’attenzione particolare a non sprecare nulla. Il colore che si deposita sul fondo dell’acqua viene rimescolato e riutilizzato, dando vita a tonalità nuove.

 

Linda negli anni si è specializzata anche in altre lavorazioni, con la voglia di provare cose diverse e stupire, condividendo questa passione in numerosi workshop, che danno vita sempre nuova alla sua arte.

Gusti e sapori tipici

Ricette doc al Ristorante le Fontane

Cucina tipica - Cagli

Uscendo dal centro storico di Cagli, quando già la natura comincia a riprendere il sopravvento sull’abitato, si arriva dopo pochi chilometri al ristorante Le Fontane.

 

Si viene accolti dallo chef Valerio Ferri e dalla moglie Flavia, che gestiscono il locale con la figlia.

 

Prima ancora che la loro cordialità, a dare il benvenuto sono gli odori inebrianti che vengono dalla cucina, aromi evocativi che sembrano aver intrappolato nella loro fragranza il paesaggio circostante. Le Fontane offrono una cucina rigorosamente territoriale, fatta di prodotti a km 0.

 

Nel ricco menù c’è un’autentica rassegna di tipicità della zona del Montefeltro, un itinerario enogastronomico da percorrere comodamente seduti nell’elegante locale. Ricchi taglieri di affettati classici o più particolari come il lonzino di cotenna vengono serviti su focacce cotte rigorosamente nel forno a legna. Come primo non si può non assaggiare un piatto di passatelli, originari proprio di queste zone, mentre le “cresc’tajat” sono un perfetto esempio di pasta della cucina povera marchigiana proposta per non perderne la ricetta, cotta con sugo di fagioli borlotti o ceci, ovviamente bio.

La carne è di sicuro tra i punti forti del ristorante: anche qui vige la regola della territorialità, quindi largo alle costate di marchigiana o alla tagliata di maiale cinturello, tipico della zona.

 

Le Fontane sono un’attività a forte impronta locale non solo per i suoi prodotti, ma per l’attenzione rivolta alla collettività.

 

Valerio guida un’associazione di ristoratori per fare gruppo e affrontare eventuali difficoltà, ma soprattutto per dar vita ad iniziative festose con la comunità locale, come le grandi grigliate in piazza o il nuovo “Inno al tartufo”, una manifestazione che celebra il prodotto più pregiato della zona.

 

Qua infatti i tartufi bianchi e neri, così come tanti altri funghi di altissima qualità tra i quali i porcini e gli spignoli, crescono tutto l’anno nei monti che delimitano Cagli, autentiche cornucopie di prelibatezze.

Tartufo a Cagli

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