San Lorenzo in Campo

Pesaro - Urbino

6 motivi per visitare San Lorenzo in Campo

Arrivare a San Lorenzo in Campo significa trovarsi di fronte a una scenografia meravigliosa. Ad ogni passo l’emozione sale.

 

Un caratteristico porticato costeggia la strada, fino a quando non incontriamo la bella Fontana della Pieve, punto di riferimento nel crocicchio delle strade, chiamata così perché posta di fronte alla chiesa della Pieve, ricca al suo interno di preziose opere d’arte. Con la chiesa alle spalle si apre davanti a noi una prospettiva che lascia a bocca aperta.

 

La strada guida il nostro sguardo verso il punto focale rappresentato dal Palazzo Della Rovere, cui si accede tramite una scala che si stringe dalla base al grande arco, accentuando ancora di più la tensione visiva. Siamo come sospinti ad avanzare.

 

Il Palazzo rappresenta la porta d’ingresso al nucleo centrale del borgo, ancora circondato dalle alte mura scarpate, in perfette condizioni nonostante il passare dei secoli. Passeggiando per le vie del centro, ad ogni angolo si aprono scorci stupendi sulla natura circostante.

San Lorenzo in Campo

Le colline si propagano a perdita d’occhio, digradando verso il mare o sollevandosi fino alle cime dei monti, due poli tra i quali San Lorenzo è posto perfettamente al centro. 

 

La stupenda cornice del borgo è l’annuncio di tutte le bellezze che ci aspettano.

Un libro di pietra e arte

L’Abbazia Benedettina ci immerge nella storia millenaria di santi e civiltà antiche

Abbazia Benedettina di San Lorenzo in Campo

Perfettamente calata nell’abitato e allo stesso tempo svettante in tutta la sua maestosità, l’Abbazia Benedettina di San Lorenzo in Campo è uno degli esempi di chiesa romanico-gotica più belli delle Marche.

 

Costituita al suo interno da tre navate, colpiscono a primo impatto le enormi colonne, possenti come tronchi d’alberi, che si innalzano e si congiungono in archi a tutto sesto.

 

Non si può che rimanere stupefatti per la combinazione di equilibro e solennità che trasmettono. La pietra, come un enorme libro, porta incisi i segni della storia dell’Abbazia.

 

Molto del materiale impiegato originariamente per la costruzione viene dalla città Romana di Suasa.

 

Lo testimoniano i capitelli decorati con motivi vegetali, con figure di animali o di creature mitologiche. L’osservatore attento potrà scorgere l’antico fregio Romano incastonato sopra una colonna, raffigurante un’aquila e una conchiglia, mentre anche il più distratto noterà le quattro colonne diverse dalle altre per colore e materiale: la loro origine risale addirittura al regno egizio.

 

Numerose anche le opere pittoriche di pregio, soprattutto la grande pala d’altare del Rondolino, che ritrae nello sfondo il borgo di San Lorenzo. E proprio l’altare rialzato preannuncia il segreto della Basilica.

Abbazia Benedettina di San Lorenzo in Campo

Al di sotto del presbiterio si apre infatti l’antica cripta, dove sono custodite le reliquie di San Demetrio, Romano martirizzato a Tessalonica, l’odierna Salonicco, le cui spoglie sono state qui rinvenute durante un restauro nel 1520.

 

Un ritrovamento di eccezionale importanza storica, per cui venne tra l’altro commissionata al pittore locale Pietro Paolo Agabiti la tavola rappresentante la Madonna in trono con Bambino, San Lorenzo e San Demetrio.

Abbazia Benedettina di San Lorenzo in Campo

Un dettaglio cattura la nostra attenzione: l’arco spezzato sullo sfondo, che indicherebbe le due diverse Chiese, quella Ortodossa e la Cattolica, unite dal gesto di Gesù.

 

Un legame fattosi sostanziale, come dimostra l’ottimo rapporto di San Lorenzo con la comunità ortodossa, a cui sono state restituite parte delle reliquie di San Demetrio.

Abbazia Benedettina di San Lorenzo in Campo

Il dipinto è custodito nell’antiquarium annesso alla chiesa, ricco di numerosi pezzi di valore, tra cui spicca un calice magnificamente intarsiato, dono di Giuliano Della Rovere, futuro papa Giulio II.

Il teatro Mario Tiberini

Raffinatezza e splendore di un tempio della musica lirica

Teatro Mario Tiberini

L’eleganza del Teatro di San Lorenzo in Campo è più che un risultato architettonico, è un destino inscritto nella sua storia.

 

Questo magnifico gioiello è stato infatti costruito nel piano nobile del Palazzo Della Rovere, per la precisione là dove i membri della potente famiglia erano soliti organizzare le serate di ballo.

 

L’eco delle raffinate feste rinascimentali sembrerebbe giunto fino ad oggi a giudicare dalla bellezza dell’interno. Il teatro, originariamente in legno e smontabile, “alla francese”, poi ampiamente rimaneggiato “all’italiana”, si articola, oltre alla platea, in due ordini di palchi sormontati da un loggione a galleria.

 

A rendere questo ambiente tanto prezioso sono soprattutto le decorazioni in stile liberty che riempiono la sala, iniziando dalle vetrate della porta d’ingresso, raffiguranti due incantevoli volti di fanciulla, proseguendo su tutte le pareti, fino al meraviglioso soffitto.

 

Siamo circondati da motivi floreali, volute, sbuffi, angioletti e personaggi mitologici, richiami a una natura idilliaca e sognante dipinti con colori tenui che accarezzano lo sguardo.

Teatro Mario Tiberini
Teatro Mario Tiberini

Il teatro è stato intitolato, dopo la sua scomparsa, a Mario Tiberini, grande tenore nato a San Lorenzo in Campo nel 1826.

 

Apprezzatissimo dai suoi contemporanei, Tiberini si esibì nei teatri di tutto il mondo riscuotendo sempre grandi successi.

 

Il teatro, ultimato nel 1816 e inizialmente noto come Teatro del Trionfo, ha avuto una storia burrascosa tra chiusure, restauri e utilizzi vari, ma dall’inizio degli anni Ottanta è ormai stabilmente il protagonista della vita culturale locale, offrendo una ricchissima stagione di teatro lirico e in prosa.

 

Per premiare i più affermati soprani e tenori, così come per valorizzare le nuove voci, da ormai trent’anni è stato istituito il Premio Lirico Internazionale Tiberini, un’occasione che dà lustro a tutta San Lorenzo in Campo con ospiti d’eccezione, mantenendo sempre viva la gloria del teatro e la memoria del grande Mario Tiberini.

Teatro Mario Tiberini

Una macchina del tempo nel sottosuolo

Il Museo Archeologico tra preistoria,
Romani e inaspettate sorprese

Museo Archeologico del Territorio

Scendendo nei sotterranei del Palazzo Della Rovere ci addentriamo in un viaggio che, attraverso pochi gradini, ci conduce indietro nel tempo di milioni di anni.

 

Nel piano interrato del Palazzo è stato allestito il Museo Archeologico del Territorio. Si tratta di un museo che ha lo scopo di raccontare l’evoluzione geografica, storica, e culturale della valle del Cesano, attraverso cinque sale espositive articolate su due piani, complete di pannelli illustrativi ricchi di immagini.

 

Il nostro viaggio inizia dalla più remota preistoria, quando gli ammoniti, molluschi antichissimi, popolavano l’oceano là dove milioni d’anni dopo sarebbe comparsa la terra. Una terra dove avrebbero poi camminato animali inaspettati come il rinoceronte e il bisonte, di cui possiamo ammirare l’enorme teschio cornuto.

 

Proseguendo, nelle teche iniziano a comparire gli inconfondibili segni della presenza dell’uomo.

 

Ne studiamo l’evoluzione attraverso reperti che ripercorrono le varie conquiste umane nella lavorazione dei materiali: agli oggetti in selce seguono quelli in rame, bronzo e ferro, tra fibule, bracciali, frammenti di armi e numerose anfore.

Museo Archeologico del Territorio
Museo Archeologico del Territorio

Scendendo al piano inferiore entriamo in contatto con una fase cruciale della storia di San Lorenzo in Campo, ossia l’arrivo dei Romani, attestata all’inizio del III sec. a.C.

 

Tra i numerosissimi reperti, particolarmente affascinanti sono le tante statuette votive rappresentanti figure femminili, probabilmente legate al culto domestico.

 

Di grande interesse è anche il cippo che allora segnava il confine tra i territori degli allora Pesaro e Suasa, la grande città romana a pochi passi da San Lorenzo.

 

L’ultima sala è un ritorno alle origini del museo stesso.

 

Qui è infatti custodita la collezione allestita da Gello Giorgi, medico e monaco che ne creò il nucleo originario di questo museo.

 

Durante i suoi viaggi Giorgi raccolse un insieme di oggetti molto eterogeneo per epoca e provenienza.

 

Colpiscono in particolare i reperti che il monaco portò con sé dopo il soggiorno in Sierra Leone, dove fu a lungo missionario, che permettono di tuffarci nell’etnologia africana tramite particolarissimi manufatti.

Le perle immerse nelle colline

Panorami mozzafiato e pace assoluta delle frazioni

Nell’orbita che ha come centro San Lorenzo in Campo gravitano due piccole frazioni, gemme solitarie che splendono di luce propria. 

Ingresso borgo Montafoglio

Raggiungibili tramite strade che assecondano il saliscendi delle colline, questi piccoli borghi sono sottratti al fluire del tempo, riposano sornioni sulla cima del loro poggio e rappresentano un’occasione irrinunciabile per scrollarsi di dosso le scorie dovute alla frenesia.

 

Qui la pace e la calma si sono cristallizzate nelle grandi cinte murarie, che paiono volerci proteggere e abbracciare, permettendoci di respirare lentamente e goderci il sublime paesaggio che si apre intorno a noi.

 

È quello che possiamo fare costeggiando il perimetro murato di Montalfoglio, vera e propria bomboniera rivestita di pietra.

 

Ad ogni piccola deviazione della cinta muraria si aprono scorci nuovi, l’orizzonte è modellato dalle sinuose curve delle colline e dalle improvvise impennate delle montagne.

 

A Montalfoglio entriamo varcando il doppio arco sottostante la torre dell’orologio, a cui si arriva salendo una breve rampa che ha preso il posto dell’antico ponte levatoio.

La vecchia scuola del borgo
Vicoli di San Lorenzo in campo

È un’immagine da cartolina, ma le foto possono restituire solo in parte l’emozione di accedere in questo luogo.

 

Passeggiando assaporiamo il gusto del silenzio, i pensieri si allentano, il corpo si rilassa.

 

La Pieve di San Martino, che ci sorprende tra le piccole case con la sua ampia facciata, è al tempo stesso austera e materna.

 

Emozioni simili ci investono se ci spostiamo nell’altra caratteristica frazione di San Lorenzo in Campo, ovvero San Vito sul Cesano.

 

Posta sull’apice di una collina da cui domina la Valle del Cesano, essa è ancora circondata dalle vecchie mura che la difesero durante le numerose battaglie che ne segnarono i vari passaggi di mano cui fu soggetta in epoca medievale.

 

Qui possiamo trovare due edifici religiosi di grande pregio.

 

La chiesa dei Santi Biagio ed Esuperanzio è in ricco stile barocco e ornata con preziosi affreschi, mentre alla base del paese si erge la Pieve Monumentale Vecchia, risalente all’anno Mille e di grande interesse storico.

Panorama da Montalfoglio

La stanza delle meraviglie della cultura Marchigiana

Alla scoperta delle antiche tradizioni con un’esposizione senza pari

Museo delle Terre Marchigiane

C’è un luogo a San Lorenzo in Campo in cui la cultura del popolo marchigiano si concentra e si esalta.

 

È il Museo delle Terre Marchigiane, sede della Collezione Straccini. Il museo raccoglie più di duemila oggetti appartenenti alla tradizione rurale delle Marche, individuata a cavallo tra Ottocento e Novecento.

 

Si tratta di un’impareggiabile esposizione, animata da immagini e suoni, che restituisce uno spaccato completo della civiltà contadina, un’epoca fatta di duro lavoro, di ingegno e di socialità autentica.

 

Il museo si articola attraverso quattro percorsi. Immergendoci nei “luoghi della vita” possiamo sentire il calore degli ambienti domestici della casa di un mezzadro e osservare, per esempio, la cucina con il batti lardo, le grattugie, gli scola pasta e le massicce credenze.

 

I “luoghi d’incontro” testimoniano dei momenti di aggregazione e di vita sociale. La ricostruzione di un’aula scolastica è quasi commovente con la sua lavagna e i banchi in legno.

 

Nei “vecchi mestieri” vediamo riproposte le botteghe e i luoghi dei lavori degli artigiani, come il Sali e Tabacchi che straripa di oggetti in vendita tra bilance e bilancini.

Vediamo susseguirsi le stanze e gli strumenti del barbiere, del calzolaio, dell’arrotino e altri ancora.

 

Sembra di essere catapultati in una vecchia foto in bianco e nero a casa dei nostri nonni, ma qui è tutto a colori e così ben disposto da restituire un forte senso di vita.

 

Infine ci sono “le collezioni”, un museo nel museo, con la straordinaria esposizione di oggetti tra il XVI e il XX sec. in ceramica, ferro e rame. In particolar modo la collezione di maioliche è impressionante.

 

Fanno bella mostra di sé veri e propri capolavori provenienti da vari centri specializzati come Fabriano, Fratte Rosa, Urbania e Pesaro.

 

Molti oggetti, seppur nati con scopo pratico, come oliere, porta salse, sotto bottiglie e scaldini, assurgono a opere d’arte grazie alla bellezza delle loro forme e la finezza delle decorazioni.

 

Innumerevoli altri sono i pezzi esposti, dalla bicicletta del lattaio ai primi modelli di macchina da scrivere fino alla ruota della fortuna usata nelle sagre che spicca sopra l’ingresso.

Museo delle Terre Marchigiane

Le eccellenze della tavola

I prodotti tipici nati dalla generosità dell’ambiente

Farroteca Monterosso

San Lorenzo in Campo, disegnata dal susseguirsi dei campi dall’uomo, è una terra fertile e ricca, dispensatrice di doni succulenti da servire in tavola. Tradizione e innovazione si incontrano nella produzione delle sue eccellenze enogastronomiche.

 

Il farro è tra i più rinomati frutti di San Lorenzo in Campo. Questo cereale ha una storia antica quanto quella della civiltà umana: coltivato già in Mesopotamia e in Egitto, fu poi protagonista negli usi della società Romana, come sostentamento e paga per le legioni e quale cibo benaugurante durante le cerimonie.

 

Oggi il farro è tornato alla ribalta grazie alle sue alte proprietà nutritive e ad una coltivazione rigorosamente legata al biologico.

 

Standard di qualità che raggiungono i massimi livelli qui a San Lorenzo in Campo.

Dalle spighe che indorano le sue colline si ricavano prodotti molto diversi tra loro, una cornucopia accomunata tanto dagli effetti benefici quanto dal sapore gustoso: il farro perlato e quello integrale, il farro soffiato e al miele, per non parlare di farina, pasta, biscotti, gallette e tavolette di cioccolata.

 

È inoltre l’ingrediente fondamentale del castagnolo al farro, dolce tipico marchigiano e protagonista della “Sagra del Castagnolo”.

 

Color dell’oro è anche l’altra tipicità locale: il miele.

 

Dolce, denso, lucente e ricco di proprietà nutritive, il miele è sinonimo di territorio: soprattutto il millefiori è il condensato di ciò che gli specifici fiori che colorano i prati e la terra di un luogo possono offrire.

 

Nessun millefiori è uguale ad un altro, e si può star certi che quello di San Lorenzo in Campo teme ben pochi confronti.

 

Lo testimoniano i numerosi premi vinti da “La Mieleria di San Lorenzo”, il principale produttore della zona.

 

Quest’azienda offre un’incredibile varietà di mieli, ognuno con le sue caratteristiche peculiari.

 

Oltre al millefiori, possiamo scegliere tra miele d’acacia, di melata, di girasole, pianta che illumina in gran quantità i campi di San Lorenzo, di tiglio, molto fresco e perfetto per le tisane, di coriandolo, dal sapore agrumato e speziato all’olfatto, di colza, ideale abbinato ai formaggi, e di castagno.

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