Descrizione
L’Abbazia Benedettina ci immerge nella storia millenaria di santi e civiltà antiche
Perfettamente calata nell’abitato e allo stesso tempo svettante in tutta la sua maestosità, l’Abbazia Benedettina di San Lorenzo in Campo è uno degli esempi di chiesa romanico-gotica più belli delle Marche.
Costituita al suo interno da tre navate, colpiscono a primo impatto le enormi colonne, possenti come tronchi d’alberi, che si innalzano e si congiungono in archi a tutto sesto.
Non si può che rimanere stupefatti per la combinazione di equilibro e solennità che trasmettono. La pietra, come un enorme libro, porta incisi i segni della storia dell’Abbazia.
Molto del materiale impiegato originariamente per la costruzione viene dalla città Romana di Suasa. Lo testimoniano i capitelli decorati con motivi vegetali, con figure di animali o di creature mitologiche.
L’osservatore attento potrà scorgere l’antico fregio Romano incastonato sopra una colonna, raffigurante un’aquila e una conchiglia, mentre anche il più distratto noterà le quattro colonne diverse dalle altre per colore e materiale: la loro origine risale addirittura al regno egizio.
Numerose anche le opere pittoriche di pregio, soprattutto la grande pala d’altare del Rondolino, che ritrae nello sfondo il borgo di San Lorenzo.
E proprio l’altare rialzato preannuncia il segreto della Basilica.
Al di sotto del presbiterio si apre infatti l’antica cripta, dove sono custodite le reliquie di San Demetrio, Romano martirizzato a Tessalonica, l’odierna Salonicco, le cui spoglie sono state qui rinvenute durante un restauro nel 1520.
Un ritrovamento di eccezionale importanza storica, per cui venne tra l’altro commissionata al pittore locale Pietro Paolo Agabiti la tavola rappresentante la Madonna in trono con Bambino, San Lorenzo e San Demetrio.
Un dettaglio cattura la nostra attenzione: l’arco spezzato sullo sfondo, che indicherebbe le due diverse Chiese, quella Ortodossa e la Cattolica, unite dal gesto di Gesù.
Un legame fattosi sostanziale, come dimostra l’ottimo rapporto di San Lorenzo con la comunità ortodossa, a cui sono state restituite parte delle reliquie di San Demetrio.
Il dipinto è custodito nell’antiquarium annesso alla chiesa, ricco di numerosi pezzi di valore, tra cui spicca un calice magnificamente intarsiato, dono di Giuliano Della Rovere, futuro papa Giulio II.