Descrizione
Il monumento più antico di Isola del Piano e i suoi affreschi
Una struttura architettonica legata a doppio filo alla famiglia dei Castiglione è anche la chiesa della Santissima Annunziata, il monumento più antico di Isola del Piano. Sorse, infatti, nel XIV secolo come oratorio della “Fraternita dei disciplinati di Santa Maria”, passò poi al Capitolo di San Giovanni in Laterano di Roma nel 1474 per approdare infine ai domenicani di Urbino nel 1493.
Fu nel 1600 che divenne chiesa privata dei Castiglione, poi della famiglia Bartolini (in epoca postunitaria). Poco a poco perse la sua funzione di santuario, tanto che venne adibita a magazzino prima di entrare a far parte del patrimonio pubblico dell’Amministrazione comunale, che investì risorse ed energie per ripristinarne l’antico splendore. Splendore reso evidente dai frammenti degli affreschi che è possibile intravedere ancora lungo le mura della struttura, e dal dipinto, datato 1622, di Girolamo Cialdieri, “Riposo durante la fuga in Egitto”, la cui precedente collocazione si trovava su uno degli altari laterali dell’antica chiesa di San Cristoforo, andata distrutta a causa di una frana.
Il dipinto mostra il riposo della Sacra Famiglia, su cui vegliano gli angeli, nel momento in cui stavano fuggendo dall’Egitto per sottrarre Gesù dalle terribili e insanguinate mani di Erode. Per quanto concerne gli affreschi, nel corso degli anni si sono stratificati gli uni sugli altri; quelli rimasti visibili sono due: una “Madonna in trono col Bambino, San Domenico e San Francesco d’Assisi”, risalente al 1521, attribuita alla cerchia di Giovanni Santi, padre di Raffaello, la cui bottega, infatti, vide il passaggio di numerosi collaboratori, che si sparsero poi su tutto il territorio, diffondendo la specifica arte e il particolare stile del loro maestro. All’artista Giovanni Antonio Bellinzoni da Pesaro è attribuito invece l’altro affresco di cui, ancora oggi, si conservano le tracce, la “Madonna della Misericordia e Dio Padre che scaglia le frecce”, la cui datazione esatta è però ignota: probabilmente si tratta di un’opera risalente alla seconda metà del XIV secolo.
Quello che è possibile riconoscere, in ciò che rimane dell’affresco, è la figura di una Madonna che, per proteggere dalle frecce lanciate da Dio Padre e dagli angeli i fedeli inginocchiati ai suoi piedi, li avvolge nel suo mantello. Il significato simbolico sotteso all’opera è l’idea di una Chiesa che offre protezione e soccorso ai fedeli devoti dalle tempeste, dalle devastazioni ambientali causate da terremoti, epidemie e altre calamità.