Ci sono paesaggi che ad ammirarli dall’alto di un ermo colle rimandano a una sensazione di pace e di serenità, stati d’animo che fanno bene al cuore e all’animo. Paesaggi immutabili nel tempo, che resistono a carestie, battaglie tra uomini, fugaci discordie terrene che non intaccano la loro eternità, l’immutabilità dei geometrici campi colorati che si mimetizzano con i filari di pioppi o querceti che li incorniciano.
Tutto questo è Mondavio, uno dei Borghi più belli d’Italia, su cui sventolano fiere la Bandiera Arancione e la Bandiera Gialla, riconoscimenti che certificano l’eccellenza territoriale del paese e il forte spirito di accoglienza e cura con cui si offrono servizi ai turisti in movimento. Mondavio è immersa nel verde delle colline, a pochi passi dall’azzurro del mare, con il centro storico racchiuso dalla possente cinta muraria e sul quale domina, con fiabesca imponenza, la quattrocentesca Rocca Roveresca.
Mondavio, custode di una piccola bomboniera artistico-culturale situata nel cuore della cittadina, è il paese delle eccellenze gastronomiche, in cui il sapore intenso dei formaggi e dell’olio si sposa con quello dolce del cioccolato artigianale e del miele di qualità;
è il paese in cui l’amore per la terra e il rispetto dei tempi stagionali generano piatti unici, dai sapori inconfondibili, che rimandano a una tradizione contadina millenaria che si perde nella notte dei tempi. Un paese dalle mille risorse, Mondavio, fatto di persone capaci di reinventarsi e dar vita a qualcosa di raro e prezioso.
La storia di Mondavio è la storia dei Malatesta, dei Montefeltro, dei Della Rovere. È la storia di una città inespugnabile, come la maestosa e suggestiva Rocca Roveresca innalzata tra il 1482 e il 1492 per volontà di Giovanni Della Rovere, duca di Mondavio.
È la storia di una città fatta su immagine e somiglianza delle fattezze dell’Uomo vitruviano di Vinciana memoria, il cui capo è la Rocca, Corso Roma il corpo, la chiesa di San Francesco il cuore e tutti i vicoli e le viuzze gli arti. La sua forma particolare, provvista di base ottagonale e pareti trapezoidali, genera un curioso effetto ottico: sembra quasi che le pareti si avvitino su se stesse. Questo per permettere la costruzione di mura resistenti a ogni sparo di arma da fuoco, a ogni colpo di bombarda.
La struttura, eretta su disegno di Francesco Di Giorgio Martini, è un capolavoro assoluto dell’architettura militare rinascimentale, con la sua torretta di rinfianco, il suo poderoso mastio poligonale, i suoi immensi cinque piani. La fortezza venne adibita a carcere maschile e femminile dopo la metà del Seicento e oggi ospita il Museo di Rievocazione Storica e l’Armeria:
statue in gesso di soldati e macchine da guerra come catapulte e torri mobili sono fedelmente ricostruiti.
La Rocca oggi rivive anche di serate rinascimentali organizzate nella sala del banchetto o nel mastio: ci si sveste degli abiti quotidiani per calarsi in quelli di dame o cavalieri rinascimentali, si banchetta con piatti tipici del Quattrocento a base di cacciagione e si mangia con le mani.
Fiaccole e candele illuminano gli ambienti, spettacoli danzanti allietano le serate.
Menzione d’onore spetta alla rievocazione storica della Caccia al Cinghiale, in cui la Rocca fa da palcoscenico a esibizioni di duellanti, gare di tiro con l’arco e recite teatrali.
Il museo celebra non solo il tartufo ma anche la terra da cui nasce e le mani che lo cercano.
È un tributo alla tradizione, una finestra aperta su un mondo dove la terra parla e l’uomo ascolta.
Ogni sala, ogni oggetto, ogni aneddoto racconta la cultura del tartufo, un patrimonio che Acqualagna custodisce gelosamente.
Un piccolo gioiellino secentesco ricavato all’interno della ex chiesa dedicata a San Filippo Neri si nasconde in Piazza della Rovere, quasi a volersi sottrarre alla vista. Ma una volta scovato si rimane incantati da quella che è a tutti gli effetti una piccola bomboniera: è il Teatro Apollo che stupisce per l’eleganza naturale dei colori acquerellati
e degli elementi floreali che adornano i suoi soffitti merlettati, e per il meccanismo ancora funzionante della platea che si solleva allineandosi al palcoscenico per le feste in maschera che tanto erano in voga.
Il teatro conta non più di 70 posti e fu molto attivo nell’Ottocento, tanto che l’enorme afflusso di spettatori che qui giungevano fece sì che si costruisse Piazza della Rovere, inesistente nella prima metà del Seicento. Opere di inestimabile pregio sono conservate poi nella Pinacoteca Civica, divisa in quattro stanze tematiche, come l’incunabolo La Paulina, testo di Paulus de Middelburg, astronomo e umanista, in cui tratta la tematica della data della Pasqua,
o la preziosa pala duecentesca raffigurante la Madonna in trono col Bambino e due donatori e la Crocifissione nella cuspide, dipinto di Olivuccio di Ciccarello da Camerino. Iconografia particolare, per il tema insolito trattato, è quella che ritrae la Morte di San Giuseppe, riconoscibile dai suoi attributi di falegname.
Forme cristalline, naturali e autentiche che filtrano bellezza e luminosità, pietre che incantano e ammaliano con i loro colori accesi, limpidi, unici. Da questi minerali, da queste pietre preziose sbocciano gioielli dalle sfumature irripetibili, create da oltre vent’anni nel laboratorio artigianale di oreficeria Della Rovere.
Collane, bracciali, orecchini, ciondoli riflettono lo sfavillante scintillio degli accostamenti cromatici che ben si sposano alla ricercatezza dei materiali, il tutto improntato sulla massima attenzione e ricerca delle ultime tendenze della moda. Lo showroom, immerso nel borgo storico di Mondavio, è il luogo ideale per lasciarsi incantare dalla bellezza di tali gioielli.
Si avverte uno strano contrasto al Crossodromo di Cavallara. Situata a soli 5 km dal centro di Mondavio, questa pista da motocross è completamente immersa nel verde. Il tracciato terroso è stato come disegnato nella natura. Un nastro bruno che serpeggia in un prato rigoglioso che è tutt’uno col paesaggio circostante.
Tra le morbide colline che, come i dossi della pista, animano il panorama, riusciamo a spingere lo sguardo fino ai vicini paesi di Orciano e Barchi, oltre che a scorgere l’imponente figura del Monte Catria. Il contrasto di cui si parlava, non invadente ma emozionante, è proprio quello tra il silenzio etereo della campagna di Mondavio
e il rombo delle moto che sfrecciano durante le adrenaliniche gare. Saliscendi, curve a gomito, alti balzi, l’anello del Crossodromo, lungo circa 1,6 km, è una pista altamente competitiva, in grado di mettere a dura prova anche i piloti più esperti. Per questo motivo le gare che si svolgono qui sono tanto spettacolari, ed è anche la ragione per la quale in questa pista si sono cimentati tanti fuoriclasse del motociclismo: ultimo ospite in ordine di tempo a mettersi in gioco è stato Dovizioso.
L’alta competitività assicurata dal Crossodromo di Cavallara ha fatto sì che al suo interno si svolgano ogni anno due gare di livello nazionale, che attirano sempre una grande folla di tifosi. La pista, di proprietà del Comune, è affidata alla gestione del Cross Club Cavallara, un gruppo di affiatati volontari che condividono la passione viscerale per il motocross.
Il solleticante profumo di soffritto che si diffonde nell’aria prepara già le papille gustative ad accogliere un piatto dai sapori genuini e autentici della tradizione contadina. Farina di fave unita a quella di grano, un uovo, lardo macinato, tre spicchi d’aglio e tre fettine di pancetta rosolate: da questi ingredienti semplici, tipici della dieta di una volta, prendono forma i Tacconi allo Sgagg, così denominati perché “sgagg” in dialetto si traduce con “sgaggiare, urlare”, un suono che ricorda quello che il lardo scoppiettante produce mentre viene soffritto. Con il tempo la ricetta si è evoluta, ma nelle diete povere dei contadini veniva realizzata in minestra aggiungendo verdure e tutto ciò che il campo proponeva.
Un leggero soffritto di lardo, il grasso di maiale più impiegato nelle cucine dei casolari di campagna, con una spolverata di prezzemolo e pecorino, per conferirgli quel tocco particolare e il piatto è servito. Una ricetta da gustare durante il freddo inverno, ma da assaporare anche nella bella stagione accompagnandola a carciofi o passata di pomodoro.
I Tacconi, così come tutti i tipi di pasta all’uovo, sono realizzati rigorosamente a mano da Adele Cerisoli, chef del ristorante La Palomba, un’istituzione a Mondavio, alle porte del centro storico. Un albergo ristorante immerso nel fascino del borgo rinascimentale, dominato dalla Rocca Roveresca che si offre allo sguardo di chi vi soggiorna.
L’ospitalità qui è di casa. Sono proposti piatti tipici della tradizione marchigiana, quelli tramandati di generazione in generazione dalle cuoche contadine, ricette semplici di una cucina molto gustosa: capponi, cappelletti in brodo, ravioli con spinaci e ricotta, gnocchi di zucca, cacciagione… pietanze genuine, appetitose, stuzzicanti e ricercate.
A Mondavio scorrono su binari paralleli le storie di cinque realtà imprenditoriali che hanno puntato sul territorio, su ciò che di più prezioso la terra e i suoi frutti possono donare spontaneamente. Storie di persone che hanno saputo reinventarsi con originalità e passione. Così nascono i formaggi de Le Affinità Gustative, dall’estro e dalla curiosità di una giovane donna, Claudia Ridolfi, che ha deciso di mettersi in gioco e dar vita a un piccolo laboratorio di stagionatura e affinamento di formaggi pecorini.
Un’attività fresca che prende vita nelle segrete sotterranee delle grotte antiche di Mondavio, con quell’umidità fatiscente che penetra nei muscoli, nelle ossa, con il profumo del mattone bagnato che impregna l’atmosfera e quello della muffa che si espande nell’aria, essenziale per la buona riuscita del prodotto. Qui nascono otto diversi tipi di pecorino affinato: i formaggi crudi sono inseriti all’interno di orce di terracotta e ricoperti con foglie, fieno, crusca, addirittura con del vino rosso piceno, frutti della terra che andranno a creare nuovi, inebrianti gusti, impregnando del loro aroma le forme di formaggio.
A Mondavio, poi, ci sono campi sterminati e immensi di olivi di tipo Raggia o Raggiola, terreni immersi in un paesaggio idilliaco, che invita alle confidenze.
Qui, nell’Azienda Agricola Casa Merlaro, l’oliva viene macinata appena raccolta, con pigiatura a freddo, per produrre otto monovarietà di oli di altissima qualità, dal pendolino, alla coroncina, al moraiolo. Oli dal sapore fruttato o piccante, che con il loro gusto conservano il sapore del frantoio e che fanno affiorare alla mente ricordi georgici di virgiliana memoria, quando l’olio era il marchio della qualità e del lavoro della tradizione contadina. La filosofia della semplicità, del ritorno a un’alimentazione sana, perché “c’è correlazione tra ciò che mangiamo e come va il mondo”, è alla base anche della realtà imprenditoriale della Fattoria Cuore Capanna, una storia che narra con quanta passione e dedizione una famiglia si dedichi alla cura delle api.
La produzione di miele della Fattoria punta alla qualità dei suoi prodotti, dal miele millefiori, di acacia o di coriandolo, dalle squisite e gustose creme Nocciomiele e Cioccomiele, dove il frutto dell’instancabile lavoro delle api si unisce al cacao fondente, al polline dei fiori, ottimo da abbinare a yogurt o tisane, ma anche da assaporare facendolo sciogliere in bocca.
Alla Fattoria Cuore Capanna il benessere delle api è la priorità: il miele raccolto non viene mai prelevato dal nido ma dal melario, per lasciar loro tutto il nutrimento possibile per preservare il loro stato di salute. Per le vie di Mondavio si diffonde un aroma dolce, dalle sfumature fruttate del lampone o del pistacchio e dai tratti intensi del tartufo.
Sono le tavolette, i nocciolati, i cioccolatini che prendono vita dalle sapienti mani di Davide Marcantognini Maître Chocolatier nella sua officina del cioccolato. Chi assapora per la prima volta i capolavori del gusto qui prodotti, non riuscirà più ad accontentarsi delle tavolette di cioccolata da supermercato. Tutto ciò che si realizza è fresco, senza conservanti, di altissima qualità, il più possibile made in Italy:
Davide e sua moglie Daniela sono degli artigiani del cioccolato che scelgono le materie prime selezionando le migliori fave di cacao delle fattorie sudamericane, puntando sempre a proporre un prodotto che sia il più naturale possibile.
Cioccolatini dalle sfoglie sottili che racchiudono un cuore di crema alla nocciola, che si sciolgono in bocca diffondendo in ogni punto del corpo una sensazione di benessere e appagamento unica nel suo genere.
A pochi chilometri da Mondavio, esattamente a Sant’Andrea di Suasa, la bellezza del contesto territoriale partecipa e dialoga con l’anima più profonda del vino prodotto dall’Azienda Savelli che, grazie al suo Vigneto Bellaluce “biologico da sempre”, fa arrivare ai palati degli intenditori un vino puro non trattato. Da secoli infatti qui si produce vino senza trattare i terreni con fertilizzanti chimici o pesticidi di alcun tipo.
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